LA PIGMENTAZIONE: COME TONALIZZARE E RIFLESSARE IL MANTO DEL CANE

Una delle tematiche di discussione più frequenti all’interno di un salone di toelettatura, è certamente quella legata ai pigmenti.

Nella fattispecie, il toelettatore si interroga spesso su quando utilizzare un pigmento piuttosto che un altro, quindi in quali casi ma soprattutto in che dosi.

Dopo il successo della diretta prodotta all’interno del nostro gruppo Facebook Adok Community sui nodi (che puoi rivedere qui: https://www.facebook.com/100009050814784/videos/263220499457586/ ), abbiamo deciso di apporondire un altro argomento di rilevante importanza, ovvero la pigmentazione.

Nello specifico, approfondiamo insieme quando e in che dosi è necessario utilizzare un pigmento e come tonalizzare e riflessare al massimo ogni manto, chiedendosi innanzitutto se bisogna contrastare riflessi indesiderati, tonalizzare il colore di base, se si vuole ottenere maggiore brillantezza, e via discorrendo.

LA POROSITA’ DEL MANTO

La prima valutazione da fare per capire se e in che dosi è necessario applicare un pigmento, è capire la porosità del manto, ovvero quanto quest’ultimo riesce ad assorbire o meno il prodotto impiegato.

Cani come barboncini, maltesi o bichon frisée, ad esempio, hanno un pelo molto poroso, di conseguenza sarà molto più semplice pigmentare il manto, poiché l’assorbimento sarà maggiore. Al contrario, se si ha a che fare con un pelo molto impermeabile, sarà più difficile far attecchire il pigmento.

Nei casi in cui il manto sia abbastanza poroso, non bisogna eccedere con la dose di pigmentazione, in modo da evitare effetti opposti a quelli desiderati (esempio: riflessi violacei sul manto bianco).

IL CERCHIO DI OSWALD: LA CHIAVE PER DECIDERE QUALE PIGMENTO UTILIZZARE

Appurata la distinzione tra un manto più o meno poroso, il secondo passaggio è quello di scegliere quale pigmento utilizzare a seconda della colorazione che si ha di fronte.

Per fare questo, il Cerchio di Oswald è la chiave di cui si ha bisogno per fare la scelta corretta.

Il suo principio sta nella suddivisione tra colori primari e i propri complementari, che si annulleranno se sovrapposti tra di loro, raggiungendo la neutralità.

ESEMPI PRATICI: MANTO BIANCO, NERO E FULVO

Nel caso del manto bianco, è fondamentale annulare l’ossidazione gialla che si deposita a causa di agenti esterni, come ad esempio l’urina del cane. Il pigmento viola, infatti, è l’unico in grado di agire per rimuovere l’ossidazione. Da sottolineare, però, come il pigmento per manti bianchi non vada utilizzato a priori se il cane si presenta grigio, poiché quell’effetto potrebbe essere causato da eccessiva sporcizia, e in quel caso il viola potrebbe solo ingrigire ancora di più il manto.

Il pigmento per manti bianchi, inoltre, può e deve essere utilizzato su tonalità particolare (come i grigi) o quando si presenta più di una colorazione, a prescinere da quale sia.

Il manto nero, invece, va intensificato, o si interviene su di esso per rimuovere i riflessi rossastri indesiderati. Per fare ciò, è necessario utilizzare un pigmento per manti neri che, seguendo il cerchio di oswald, dovrà essere obbligatoriamente di colore blu verde per contrastare il rosso arancio. Con altre colorazioni, infatti, non è possibile spegnere quei riflessi.

Discorso diverso, invece, se si vuole aumentare l’intensità del nero: in quel caso, va utilizzato il pigmento per manti bianchi, in quanto il viola scurisce la tonalità di base dando un riflesso blu corvino al nero.

Concetto opposto, rispetto a quelli presentati finora, per il manto fulvo: questa colorazione (da non confondere con miele o chocolat) va semplicemente tonalizzata, aggiungendo al proprio trattamento un pigmento che rafforzi il colore primario.

GLI ELISIR DI PIGMENTAZIONE ADOK E QUANDO UTILIZZARLI

Il sistema di cosmesi personalizzabile Adok offre diversi elisir di pigmentazione per la prima fase (lavante) e la seconda (condizionante). Nella fattispecie:

Fase 1: Manti Bianchi, Manti Fulvi, Manti Neri
Fase 2: Manti Bianchi, Manti Fulvi, Gloss

Nella fase condizionante, infatti, l’elisr per manto nero viene sostituito dal Gloss che ha delle proprietà attive che aumentano l’indice di rifrazione, ovvero l’angolo d’incidenza della luce sul capello.

In relazione al risultato che si vuole ottenere, è importante conoscere le funzioni del pigmento durante ciascuna delle due fasi. Lo esemplifichiamo con un piccolo schema:

Fase lavante = effetto più duraturo nel tempo, in quanto il pigmento riesce a depositarsi direttamente nelle scaglie.

Fase condizionante = effetto più impattante, in quanto la maschera agisce in superficie.

SCARICA LE SLIDES E RIVEDI LA DIRETTA

Abbiamo approfondito ancora di più il concetto di pigmentazione nella diretta dello scorso 11 dicembre, visibile per i membri dell’Adok Community. Se desideri vederla e scaricare le slides pubblicate all’interno del gruppo Facebook, iscriviti cliccando sul link allegato: https://www.facebook.com/groups/127691030330993/